Sympathy for the devil

family-affair-2Al Teatro Colombo di Valdottavo va in scena l’anteprima nazionale di Family Affair, una rivisitazione dell’Edipo Re con uno spirito tutto particolare.

Eccoci qua, a Valdottavo, in uno di quei teatri di provincia in cui una volta qualcuno aveva creduto, dalle pareti color nostalgia. Uno di quei teatri sconosciuti e amati dagli addetti ai lavori, dai cantautori, e dal pubblico locale.
Nel piccolo teatro Colombo un rumore insistente di vento accoglie gli spettatori mentre prendono posto davanti a un palcoscenico buio e vuoto, e subito, dalle prime mosse, lo spettacolo di Caterina Simonelli flette i muscoli. Balza e compie una frammentata parabola dalla danza alla prosa, dalla farsa alla tragedia, facendo un buon uso dell’arsenale di “trucchi del mestiere” che il teatro offre. Tutto il gusto della macchina teatrale, mantenuto sempre opaco, un ordito sempre visibile dietro la trama: il trucco c’è, e si lascia vedere, la trasparenza del fondale lascia scorgere i corpi che proiettano le ombre, gli oggetti sono scenografati per metà, gli accessori non sono proprio della taglia giusta, e anche gli attori non svaniscono dietro i loro personaggi, i corpi dei danzatori restano presenti anche mentre si fanno simbolo.
Devo ammettere mi piace – un po’ di responsabilità anche al pubblico.
Non faremo caso all’uomo che se si è intravisto dietro la tenda, giocheremo ancora una volta questo gioco insieme, ci faremo raccontare un’altra storia prima di andare a dormire.
E in questa strana storia il Male, così chiaramente partorito sulla scena da Giocasta, non riesce a crescere. Gli occhi da cane di un bambino mostruoso, diventano gli occhi di un povero Edipo a cui va tutto storto, che anche nella fortuna prende schiaffi da tutti: anche la sfinge, prima di capitolare, non gli risparmia nulla. Idem per Creonte, fratello spietato che condanna Giocasta a un altro matrimonio – sempre che lei non lo vada a dire alla mamma – e che si mette il vestito serio dei grandi, abbottonando però tutti i bottoni della giacca, come il giorno della laurea. E così il Male era solo un fantasma che non minaccia nessuno, i grandi solo bimbi cresciuti, e la realtà è fragilità dell’umano.
Il lavoro è acerbo, come un ragazzo di sedici anni: spigoli ancora da limare, ingranaggi ancora da oliare. La norma per un’anteprima. Le cose che contano però – la sincerità, l’energia, la voglia e la capacità di comunicare – di certo non mancano a questo Edipo.
I giovani attori-danzatori superano diverse difficoltà poste dal testo. Riescono a rendere fluidi e vissuti i brani originali, nonostante la loro ricchezza e complessità, eredi di un linguaggio tutt’altro che moderno e naturale per le nostre orecchie. Allo stesso tempo rendono giustizia ai testi della Simonelli, che stringe nelle stesse frasi visione poetica e quotidiano, astrazione e autobiografia. Questi scarti di registro, spesso repentini – fra una liricità a volte persino ostentata, lo sbotto casereccio, il dialogo realista, il gioco di parole comico – scorrono così senza intoppi sulla scena.
All’uscita dalla sala ci porteremo a casa molte immagini, sia di luce che letterarie, e un nuovo, strano, senso di simpatia per il Male.

Giovanni Iacopetti

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Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Colombo
piazza Tricolore, 30 – Valdottavo (LU)

domenica 26 novembre, ore 21.00
www.teatrocolombo.it

 
Family Affair
liberamente ispirato al mito di Edipo

rielaborazione drammaturgica Caterina Simonelli
con Davide Arena, Alessandro Balestrieri, Silvia Bennett e Lorenzo Torracchi
coreografia Silvia Bennett
regia Caterina Simonelli
produzione IF Prana
con il contributo di Regione Toscana