Debutto entusiasmante per la nuova edizione di Teatro a Corte. Il gruppo tedesco Grotest Maru lascia gli spettatori con il naso all’insù, a vedere i funambolici artisti camminare freneticamente lungo la facciata di Palazzo Chiablese.
Se vogliamo essere pignoli, Teatro a Corte è stato inaugurato lo scorso mercoledì, al Teatro Astra, con Dissolvenze, il progetto cinematografico e teatrale dei fratelli Gianluca e Massimiliano De Serio che mostra spezzoni di vita quotidiana nella baraccopoli torinese di Lungo Stura Lazio, ora abbattuta. Tuttavia, ci sembra che la vera inaugurazione della XV edizione del festival, il battesimo di piazza davanti a un pubblico variegato, per età e nazionalità, sia avvenuto venerdì con Timebank. Nel pomeriggio e, in replica, dopocena – quando il buio ha reso le movenze degli artisti ancor più suggestive – in piazzetta Reale è andato in scena il gruppo tedesco Grotest Maru. La scelta ha un alto valore simbolico sia perché ben incarna lo spirito dello scambio culturale intitolato Torino incontra Berlino in corso tra le due città sia perché questo spettacolo di teatro acrobatico sembra la naturale evoluzione dell’edizione 2014 di Teatro a Corte dedicata al circo.
Al suono di una melodia anonima e monotona un gruppo di sei personaggi, spuntati non si sa bene da dove, attraversa a lunghi passi frettolosi la piazza e sale sul palco. Sono uomini e donne ma è difficile distinguere gli uni dalle altre poiché sono uniformati da completi grigi, dalla ventiquattrore stretta nella mano e dai capelli legati stretti mentre il viso è reso inespressivo da uno strato di cerone bianco. Osservandoli all’opera, tra conteggi e vigorose strette di mano, ci rendiamo conto che sono manager: una razza di esseri che ha rinunciato alla propria componete umana a favore del lavoro e limita quella sociale ai soli scambi necessari per far prosperare i propri affari. Li guardiamo e nel mentre ci interroghiamo su come anche noi distribuiamo il nostro tempo tra i mille impegni e i tanti affetti. Le giornate sembrano non bastare mai, quasi una perfida entità ci rubasse le ore e, complice il titolo dello spettacolo, la mente vola alle pagine scritte da un altro artista tedesco: Michael Ende. Ripensiamo agli uomini grigi senza volto che sottraggono il tempo – le orefiori – agli amici di Momo, la piccola protagonista dell’omonimo romanzo (1973), e ci rendiamo conto che queste inquietanti figure hanno abbandonato il mondo della fantasia per assalire noi, così come i personaggi in scena, celati sotto le spoglie del lavoro.
Tra bilanci da redigere e nuovi contratti da stipulare per continuare a primeggiare nel proprio settore, in una continua lotta contro il tempo per arrivare prima del concorrente, i manager mostrano segni di cedimento per la crescente tensione nervosa: alcuni non reggono lo stress e, alla spicciolata, li vediamo fuggire via. Ricompaiono dopo poco alle finestre di Palazzo Chiablese: da lì, osservando la folla da una nuova prospettiva prendono appunti, verificano conti e sembrano aver ripreso il controllo delle lancette dell’orologio. La musica improvvisamente cambia, il ritmo si fa più sostenuto ed una voce femminile canta addolorata di quanto sia sciocco sprecare la vita nel solo lavoro, trascurando le persone più care: le parole sembrano scuotere gli affannati personaggi in grigio. Come animali che scoprono il piacere della libertà dopo un lungo periodo in cattività, disperdono nel vento i preziosi appunti e il contenuto delle valigette per avere le mani libere e gettarsi anche loro nel vuoto, scoprendo che possono volare, che in coppia ci si diverte di più, che fidandosi del compagno possono compiere acrobazie sempre più complesse.
La riflessione sulla contemporaneità offerta da Timebank è tanto limpida quanto disincantata e rappresenta un forte tema di fondo su cui Grotest Maru sviluppa una storia credibile, presentando al pubblico molto di più di mere acrobazie a sé stanti. Gli spettatori entusiasti, dal canto loro, riconoscono il valore poetico dello spettacolo e trattengono il fiato davanti alle evoluzioni aeree, abbandonandosi infine a un lungo applauso, convinti dalla performance e dai contenuti.
Teatro a Corte 2015 difficilmente avrebbe potuto debuttare in modo più scenografico, ma non sottovalutiamo la capacità degli artisti in cartellone nei prossimi giorni di offrirci emozioni altrettanto forti.
Silvana Costa
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Lo spettacolo è andato in scena:
Piazzetta Reale
Torino
venerdì 17 luglio 2015 – ore 19.00 e 22.30
ingresso libero
www.teatroacorte.it
www.poloreale.beniculturali.it
teatro di strada/danza verticale
Germania
Timebank
di Grotest Maru
direzione artistica, scene e costumi Ursula Maria Berzborn
produzione, tour manager Nadine Becker
performer Clara Gracia, Axel Meyer, Barbara PrąDzyńska, Catia De Almeida Santos, Sergio Goni Serrano, Jefferson Pereira Da Silva
direzione tecnica e rigging master Emmanuel Gillain
musica Martin Ertl
voce Paulina Almeida
luci Heinz Kasper
durata 40minuti
creazione in situ – vetrina tedesca
www.grotest-maru.de