Un libro ripercorre la storia del quotidiano La Notte attraverso le fotografie tratte dalle pagine di cronaca nera. Uno spettacolare viaggio a ritroso nel tempo – che ben poco lascia all’immaginazione del lettore – permette di capire quanto sia cambiato in un trentennio il modo di fare giornalismo.
Oggigiorno tanto si è mitomani paranoici nell’invocare la tutela della privacy tanto si diventa insaziabili voyeur nello sfogliare i quotidiani, in particolare davanti agli efferati fatti di cronaca nera. Il rispetto, sia della vittima sia del segreto istruttorio, prevale su un’informazione esauriente: fotografi e giornalisti, omettendo i dettagli cruenti e la vista del luogo dove è stato commesso il delitto, obbligano a un notevole esercizio di immaginazione.
Fino a pochi decenni fa non era così: i quotidiani facevano a gara per soddisfare la morbosa curiosità che monta nei lettori in simili frangenti e, ovviamente, aumentare il numero di copie vendute. A Milano è celebre La Notte per gli articoli di cronaca nera locale e nazionale caratterizzati da uno stile asciutto, titoli a effetto ma soprattutto da fotografie che mostrano l’arma del delitto, la scena del crimine inondata di sangue, le forze dell’ordine al lavoro, gli orfani in lacrime, i volti dei testimoni e i sorrisi mefistofelici dei presunti carnefici condotti via in manette. Fotografie scattate con sapienza in modo che sembrino rubate, nascondendosi tra la folla di curiosi o intrufolandosi di nascosto sulla scena del crimine e posizionandosi alle spalle dei poliziotti chini a terra a esaminare gli indizi. A ogni nuovo avviso che giunge in redazione i reporter accorrono per riuscire a immortalare il corpo della vittima scomposto, con gli occhi ancora spalancati per la paura, prima che gli inquirenti lo coprano o, peggio, lo conducano all’obitorio. È una lotta all’ultimo scatto tra le testate per aggiudicarsi le immagini più sensazionali e più crude.
È da poco uscito in libreria Ultima edizione. Storie nere dagli archivi de La Notte un corposo volume targato Milieu Edizioni in cui Salvatore Garzillo, Alan Maglio e Luca Matarazzo espongono i frutti del loro studio su un’ampia porzione del bottino accumulato dai fotoreporter de La Notte.
Il quotidiano debutta in edicola il 7 dicembre 1952 e prosegue al ritmo di 3 edizioni al giorno – alle 11.00, alle 14.00 e alle 17.00 – sino al 1995 quando il drastico calo di vendite, conseguente al moltiplicarsi di programmi televisivi d’informazione, impone lo stop alle rotative. A Milano La Notte scala velocemente le classifiche di vendita grazie a un ricco bouquet di indicazioni utili, dalle quotazioni di Borsa alla programmazione dei cinema, ma è tuttavia la cronaca nera il vero punto di forza.
Edizione dopo edizione La Notte offre aggiornamenti dell’ultimo minuto sulle indagini. Per garantire ai lettori foto esclusive e abbattere i tempi di divulgazione, la direzione sceglie di non acquistare immagini dalle agenzie ma costituire un proprio gruppo di fotografi. Bruno Benedusi, Dante Valenza, Osvaldo Ossola, Roberto Spiga, Eugenio Barbera: questi i membri del team che si sono succeduti in quarant’anni, anche se sovente non vengono citati negli articoli, rendendo impossibile agli autori di Ultima edizione l’attribuzione del materiale pubblicato. “Per noi la fotografia era fondamentale: quando usciva un cronista sul fatto era sempre accompagnato da un fotografo. Non si poteva tornare in redazione senza una foto. Non ne vado fiero ma una volta ho rubato l’annuario di una scuola elementare per recuperare il ritratto del bambino protagonista della storia che mi avevano assegnato. Il direttore disse che se fossi tornato a mani vuote mi avrebbe licenziato. E non scherzava” ricorda a pagina 294 Maurizio Donelli, cronista de La Notte negli anni Ottanta.
Salvatore Garzillo, Alan Maglio e Luca Matarazzo hanno visionato circa 13 mila fotogrammi confluiti dalla redazione del giornale ai fondi bibliotecari del Centro Apice dell’Università degli Studi di Milano. I negativi e le prove di stampa sono conservati meticolosamente suddivisi in buste riportanti ciascuna titolo, data, luogo e protagonisti del fatto archiviato. Quelle buste, fotografate e catalogate a guisa di corpi del reato, compaiono in appendice al volume, unitamente alle stampe originali pasticciate con le indicazioni di ritaglio e alle pagine del quotidiano uscito in edicola, allo scopo di spiegare tutte le fasi del lavoro d’impaginazione.
In appendice sono riportate pure le didascalie di tutte le fotografie di Ultima edizione. Storie nere dagli archivi de La Notte: sfogliando il volume ci si sorprende infatti dell’infilata di volti muti e attoniti privi di indicazioni che li contestualizzino nello spazio-tempo. È una scelta studiata per non distrarre il lettore e lasciare si perda in un viaggio mentale dall’elevato coefficiente emotivo. Le 300 fotografie selezionate dagli autori e i ritagli dei giornali forniti dall’archivio della famiglia di Nino Nutrizio che diresse La Notte dalla fondazione al 1979 – non solamente attraverso i titoli degli articoli del giorno ma anche con le pubblicità – restituiscono uno spaccato sociale, culturale e politico del quarantennio. È il medesimo contesto storico descritto da Giorgio Scerbanenco e si è tentati di cercare tra le pagine il volto severo di Duca Lamberti.
Le immagini in rigoroso bianco e nero, disposte per assonanza, mostrano i dettagli di un mondo ormai relegato ai ricordi, a guisa di un ulteriore cadavere consegnato alle pagine di Ultima edizione. A titoli come Affittacamere ucciso come in “Ultimo tango” e Bella 40enne nuda strozzata in bagno si alternano le fotografie di uomini freddati sulla poltrona da barbiere come in un film di gangster mentre la pubblicità di un nuovo insetticida fa da macabra introduzione al corpo esanime di un uomo scivolato sotto il tavolo della cucina.
Il viaggio nel tempo si completa con 4 interviste ad altrettante figure professionali necessarie per un buon articolo di cronaca nera: la giornalista Cristina Nutrizio, figlia del primo indimenticato direttore de La Notte; il fotoreporter Bruno Benedusi; il maresciallo aiutante Giuseppe Nicastro, detto “il Cavaliere”; Arnaldo Gesmundo consegnato al mito per aver partecipato il 27 febbraio 1958 alla rapina al furgone portavalori della Banca Popolare di Milano in via Osoppo a Milano, la famigerata “rapina del secolo” che frutta un totale di 590 milioni di Lire tra contanti, assegni e titoli.
Di fronte alle fotografie e alle parole dei protagonisti ci si rende conto dell’immenso divario creatosi in poco più di un trentennio nel modo di porgere le notizie al pubblico, sia per il moltiplicarsi dei media, sia per l’evoluzione dei metodi di indagine, sia per le mutate convenzioni sociali prima che normative. Oggi infatti notiziari e quotidiani non mostrerebbero il cadavere di Currado (Milano, 1985), ritrovato nell’ascensore con un foro di proiettile in fronte, ma si prodigherebbero nel tentare di ricostruire con interviste a psichiatri e modelli tridimensionali la dinamica dei fatti.
Silvana Costa
Ultima edizione
Storie nere dagli archivi de La Notte
di Salvatore Garzillo, Alan Maglio, Luca Matarazzo
Milieu Edizioni, 2019
350 pagine
prezzo 39,00 Euro
www.milieuedizioni.it